Toccato in modo speciale da Santa Veronica, il Regista del recente film “Il risveglio di un gigante” così racconta al “Settimanale di Padre Pio” la storia di questo incontro e della sua conversione.
Si parla di “risveglio di un gigante” per alludere alle nuove multiformi manifestazioni d’interesse dei fedeli verso la figura di questa Santa cappuccina per molti aspetti più unica che rara, ma anche ad una rinnovata presenza spirituale della Santa che sta operando in modo sensibile in Italia e all’estero. Eclatanti sono le conversioni di coloro che hanno lavorato alla produzione del film, in particolare i registi Giovanni Ziberna e Valeria Baldan, i quali tra “grazie e ostacoli” del tutto singolari, sono stati silenziosamente ma efficacemente accompagnati da Santa Veronica a Dio. Cogliamo l’occasione per porre al regista qualche domanda in merito a questa eccezionale esperienza.
1) Come si è arrivati alla produzione di un film-documentario su santa Veronica Giuliani?
Grazie al critico cinematografico ed esperto in storia del cinema Eusebio Ciccotti che ha permesso l’incontro con Fra Emanuele, presidente dell’associazione Mariana Amici di Santa Veronica, e questo incontro ci ha cambiato la vita perché ci ha fatto fare l’Incontro importante, quello con il Signore.
2) La bontà di un’opera la si riconosce dai frutti, e a quanto pare quest’opera di frutti ne ha già portati, a partire proprio da chi l’ha fatta. Mi riferisco alla conversione dei membri della sua società di produzione cinematografica. Vorrebbe parlarcene brevemente?
Cercherò di essere il più sintetico possibile, perché quello che mi è successo e il modo in cui il Signore mi è venuto incontro è così ricco di particolari importanti che vorrei non escluderne nessuno.
Sono figlio di genitori non credenti ed è per questo che non sono stato battezzato quando ero bambino, ma qualcosa non mi quadrava: dentro di me sentivo che Dio esisteva e così decisi di cercarlo.
Crescendo però facevo di tutto per non cercarlo nella Chiesa, anzi cresceva in me un sentimento dichiaratamente anti-cattolico, in primis nato dal non vedere, a mio dire, in chi mi circondava e che si diceva credente nessuna differenza con chi non credeva e anzi, a volte le persone cosiddette credenti si comportavano anche peggio. E così, mescolando superbia e ignoranza, mi convinsi che avrei potuto capire Dio con le mie forze e che sicuramente non lo avrei trovato in una chiesa cattolica.
La pittura, prima, e poi il lavoro di regista sono sempre stati per me un mezzo per scoprire la Verità, un vero e proprio metodo per rispondere a delle domande esistenziali, e fu così che mi dedicai con grande passione a lavorare nel mondo del cinema riuscendo ad avere, se pur giovane, delle grandi soddisfazioni, delle vere e proprie grazie, come quella di poter lavorare come montatore con Ermanno Olmi.
Nel mondo del lavoro conobbi anche Valeria Baldan che in breve tempo diventò mia moglie e socia nella casa di produzione cinematografica Sine Sole Cinema s.r.l. che insieme a Mattia Vecchi abbiamo fondato a Gorizia, in Friuli.
Io credo che fu proprio per questo che il Signore ha usato questa via per chiamarmi e fu così che quando uscì il nostro primo film La Terra Nel Sangue, non per caso fu preso per due festival uno ad Assisi e uno a San Giovanni Rotondo.
Il primo festival fu importante per me perché Mattia Vecchi, che invece è sempre stato cattolico, sapendo che avevo un certo interesse e simpatia per san Francesco che definivo, pur sapendone ben poco di lui, “l’artista di Dio”, mi portò nel suo Santuario e lì per la prima volta mi ritrovai a pregare. Quel giorno per la prima volta parlai nella preghiera, chiedendo aiuto a san Francesco, perché sentivo sulle mie spalle un peso troppo grande.
Poi a San Giovanni Rotondo successe un altro fatto importante: insieme a Valeria, che era incinta del nostro secondo figlio, incontrai il critico cinematografico e professore Eusebio Ciccotti, uomo di fede, che volle portarci a visitare il Santuario di San Pio e uscendo di là ci disse che in cuor suo sentiva che dovevamo essere noi a fare un film su Santa Veronica Giuliani, progetto che voleva realizzare un Frate libanese di nome Fra Emanuel, che Eusebio aveva conosciuto tempo addietro proprio davanti al Santuario di San Pio.
Così ci mise in contatto con Fra Emanuel, appena atterrato in Italia, che incontrammo a Padova, città natale di Valeria. Sotto l’ombra del Santo, Fra Emanuel ci parlò di questa grande missione: far conoscere santa Veronica Giuliani, questa grandissima Santa “misteriosamente” ancora sconosciuta, attraverso un film, progetto che al tempo pensava di realizzare con grandi nomi del cinema internazionale. Pur non pensando di poter essere io il regista del film, con tali premesse, mi attirò molto la storia di questa Mistica che visitava abitualmente il Cielo e l’inferno.
Intanto diventai padre, per la seconda volta, di Diego.
L’anno successivo fu ancora Ciccotti a farsi provvidenzialmente da tramite tra noi e Fra Emanuel, di cui nel frattempo avevamo perso le tracce. Ci incontrammo nuovamente a Padova e in quella circostanza ci disse che stava valutando se potevamo essere noi a fare questo film, dato che le altre porte erano state chiuse, così ci lasciò una sceneggiatura e un libretto sulla Santa. Intanto in me crescevano sempre più domande, soprattutto su un punto: ovvero l’esistenza del diavolo, argomento che ritenevo vero, ma sul quale non avevo mai avuto nessuno con cui confrontarmi.
Intanto premetto che in me non si può dire che ci fosse in atto una conversione, almeno non la si vedeva superficialmente, ma sicuramente i semi stavano risvegliandosi e stavano crescendo silenziosamente.
Fu così che dopo aver letto la sceneggiatura e il libretto ci rivedemmo dopo una decina di giorni, e Fra Emanuel, dopo una prima conversazione direi tecnica sul film, mi presentò Padre Elias, un esorcista libanese con cui era venuto in Italia, dicendomi che avrei potuto chiedergli ogni cosa sul demonio e che, se avessimo voluto, avrebbe potuto farci una preghiera di liberazione e protezione, anche per aiutarci in questo compito della realizzazione del film.
E fu così che Padre Elias mi benedisse con la Croce e l’Acqua benedetta e quello che sentii mi emoziona ancora a ripensarci. Sentii come un fuoco che partiva dalla pianta dei piedi e che saliva su tutto il corpo, un fuoco che però non mi faceva male, anzi che conteneva un sorriso, e sentii come l’eco di un “sì” nella mia testa. Una sensazione che mai avevo provato prima di allora. A quel punto il Sacerdote ci chiese se eravamo sposati e io gli risposi, sempre sorridendo, perché non potevo fare a meno di sorridere tanta era la mia beatitudine, che eravamo sposati in comune, perché io non ero battezzato.
Dopo aver sorriso, Padre Elias seriamente mi chiese se desideravo ricevere il Battesimo e fu in quel momento che io capii che quell’eco che sentivo nella mia testa era la risposta a quella domanda, e, con la sicurezza di dare una risposta per sempre, dissi di sì.
Nel giro di un paio di settimane ricevetti il dono del Battesimo a Città di Castello davanti al corpo incorrotto di santa Veronica e il dono dell’Eucaristia che, dal momento in cui avevo detto il mio “sì”, bramavo con una fame che solo la lettura del Vangelo poteva in parte saziare. Un paio di mesi più tardi riuscimmo anche a sposarci e battezzare i nostri figli. Valeria anche lei si convertì. Il giorno del mio Battesimo anche Valeria sperimentò la vera conversione, che le arrivò in seguito alla Confessione. E attualmente il nostro terzo socio, Mattia, è in Seminario per diventare Sacerdote.
3) Un’opera destinata a fare tanto del bene deve aver trovato molti ostacoli da parte del “principe di questo mondo”. Quali difficoltà avete dovuto affrontare nella produzione di questo filmato?
Sì, gli ostacoli sono stati tanti e soprattutto nell’ambito della tecnologia: computer che inspiegabilmente non funzionavano, videocamere che non registravano e che poi, mettendoci sopra la Croce di san Benedetto e chiedendo aiuto al Signore, ripartivano all’istante... durante l’intervista a una Suora di Mercatello la videocamera non si accendeva, abbiamo recitato l’Angelus e si è accesa da sola. Il nemico ha fatto di tutto per far sì che perdessimo la calma e impedirci di riuscire a completarlo: l’ultimo mese abbiamo dovuto lavorare giorno e notte per riuscire ad esportare il film, a volte Valeria si sentiva tanto vicina a santa Veronica, la quale mentre la notte scriveva il suo diario, riuscendo a dormire qualche ora se è tanto, spesso si vedeva i fogli bruciati o macchiati dal demonio!
4) In quali modalità sta avvenendo la proiezione del film? Ci sono delle pellicole che girano l’Italia? Come fare per vederlo?
La proiezione avviene nei cinema con DCP ovvero la pellicola digitale che ora si usa per tutti i film, la particolarità è che il film è accompagnato dalla nostra testimonianza fisica o virtuale attraverso un video dove raccontiamo la nostra conversione. Il film può essere richiesto tramite il sito alla pagina http://www.sinesolecinema.com/santaveronica/prenota.html dove ci si può proporre per aiutare il “passa-parola” e si può segnalare un cinema che potrebbe essere interessato a proiettare il film... praticamente sono gli stessi fedeli che stanno preparando le strade affinché santa Veronica arrivi nelle loro città!
5) State pensando di diffondere il film anche all’estero?
Sì, certamente. Questo è uno degli obiettivi, infatti il film è stato fatto proprio per far conoscere santa Veronica Giuliani ovunque: il giorno 9 marzo inizia la distribuzione nazionale in Libano e sono quasi pronte le traduzioni per il resto del mondo. È tutto affidato alla Volontà del Signore, quindi vediamo dove ci vorrà portare.
6) E a quando l’uscita in dvd?
L’uscita del dvd sarà successiva alla distribuzione nelle sale cinematografiche e per ora ipotizziamo possa essere nell’autunno 2017.