Percorrere spiritualmente i luoghi della Terra Santa dalle caratteristiche più specificamente mariane, aiuterà a contemplare e rivivere l’opera della nostra Redenzione alla luce e alla presenza di Colei che generò attivamente nel suo Grembo il nostro Salvatore, dandogli quella carne e sangue che Egli ha immolato per la nostra Salvezza.
Sulle orme di Gesù
Si è soliti dire che diventare santi significa sviluppare in pienezza la vita di Cristo in noi, cioè quella vita soprannaturale che ci è stata donata al Battesimo, quando, divenendo figli adottivi di Dio, è stata impressa in noi l’«immagine» del Figlio Unigenito, Gesù Cristo. Per questo i santi di ogni tempo e i grandi dottori hanno sempre pensato che la via diritta alla santità, al perfetto sviluppo spirituale fino alla «statura di Cristo», consista proprio nell’imitazione della vita stessa di Gesù, così come il Vangelo ce la tramanda e come la meditazione personale, sostenuta e illuminata dai doni dello Spirito Santo, può intuirla. Proprio per ciò la pietà cristiana, fin dai primi secoli, ha sempre sentito “la necessità” di recarsi nella terra stessa del Divin Redentore, per vedere i luoghi in cui è nato e vissuto, passare sulle strade che Egli ha calpestato, respirare l’aria che tante volte lo ha sfiorato e toccare con mano quelle pietre e quei massi santificati dal tocco del Dio-uomo. Tutto questo per meglio vivere questa sequela e imitazione di Cristo che è l’itinerario di ogni vita santa.
Ecco quindi il pellegrinaggio in Terra Santa, pratica tanto antica e tanto attuale, ma sempre e comunque utile (se non necessaria) per chi voglia vivere con pienezza una sana spiritualità cristocentrica, che metta al centro cioè della propria vita spirituale quel Verbo divino incarnatosi per la nostra salvezza. Terra veramente “santa” perché santificata dalla sua presenza e dalla sua azione, imbevuta del sudore del suo zelo apostolico, e soprattutto del suo preziosissimo Sangue: “santa” pertanto in una maniera tutta singolare, con un titolo che nessun altro luogo del mondo può vantare.
La vera Terra Santa
Eppure a ben pensarci c’è ed esiste una “terra” ancor più santa, santa in maniera ancor più perfetta e peculiare, santa come origine e non come conseguenza, una “terra” che può vantare ancor più della Palestina di aver generato il Salvatore del mondo: questa “vera” Terra Santa è infatti Maria Santissima, la Madre del Signore. Terra vergine che ha dato i natali al nuovo Adamo, come il fango della prima terra nell’Eden era stato il materiale dal quale Dio aveva tratto il Progenitore col Suo soffio vitale, e Terra feconda della nostra salvezza, proprio come la terra del Paradiso terrestre, ricca di frutti e benedizioni celesti. Maria Santissima non è solo il Paradiso in cui il nuovo Adamo trova le sue delizie ma anche il limo, la materia, da cui è stato tratto col soffio vitale di Dio.
Se la Palestina è in realtà solo divenuta “terra santa”, santa cioè solo in quanto santificata dalla presenza di Gesù, Maria Santissima è sempre stata una “terra santa” in quanto l’Altissimo, nella sua eterna Sapienza, l’ha concepita proprio come una terra immacolata per il Divin Salvatore, come un nuovo Paradiso terrestre. Immacolata e santificata preventivamente per i meriti di Gesù Cristo proprio per collaborare in modo singolare all’opera divina della Redenzione e della Restaurazione dell’uomo decaduto in seguito al Peccato originale.
Tra tutti i luoghi della Terra Santa, scegliamo pertanto di percorrere quelli che portano le tracce più significativamente mariane, proprio per rivivere l’opera della nostra Redenzione in una chiave tutta mariana, scorgendo nella Terra Santa d’Israele la presenza di Colei che fu la vera Terra Santa, di Colei che non solo fornì un luogo e un ambiente al Salvatore, ma che lo generò attivamente nel suo Grembo, dandogli la carne e il sangue.
Monte Carmelo: l’Immacolata e il preludio della Redenzione
Nel percorrere le moderne strade della città di Haifa, la terza per importanza di tutto Israele, ben poco sembrerebbe svelare il tesoro spirituale che nasconde: spiagge, negozi alla moda, divertimenti mondani, abbigliamento moderno le danno l’aspetto di una (purtroppo) normale cittadina occidentale. L’edilizia aggressiva ha peraltro sfigurato il volto montuoso della città, occultando agli occhi degli sprovveduti turisti la delicata e un tempo silenziosa catena montuosa del Carmelo e le numerose grotte che la costellano, vestigia delle antiche esperienze monastiche ed eremitiche, alle origini dell’Ordine carmelitano, stroncate brutalmente dalle spade islamiche definitivamente vittoriose sui crociati dopo la battaglia di san Giovanni d’Acri del 1291. Se poi aggiungiamo che Haifa è considerata la città santa di una strana religione sincretista moderna, difficilmente vi potremmo scorgere il patrimonio cristiano che custodisce.
Eppure proprio in questa città dagli spiccati tratti moderni e occidentali, proprio sulla sommità di quell’altura che la sovrasta, una significativa ma discreta presenza mariana aveva preannunciato, quasi mille anni prima della nascita di Cristo, il sublime dono della Redenzione del genere umano. Questo preludio mariano della Redenzione manifestato al profeta Elia, dalla cui esperienza spirituale derivò nel Medioevo l’Ordine dei carmelitani, spiega perché su questo monte da sempre la Madre di Dio viene onorata con affetto e devozione. Devozione e legame veramente singolare tuttavia, dato che sarebbe stata proprio la Vergine Maria, onorata col titolo di Maria Santissima del Monte Carmelo, a diffondere in tutto il mondo e in tutte le epoche la fama di questo luogo santo.
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