MODELLI DI VITA
Santi in tre. Luigi, Maria e... Gesù
dal Numero 44 del 13 novembre 2016
di Paolo Risso

I coniugi Beltrame-Quattrocchi hanno senz’altro vissuto la loro vocazione al Matrimonio: farsi santi insieme, amarsi in Dio, generare figli per il Signore, nutrendo le loro anime non meno che i loro corpi; affrontare tutto insieme, e con Dio: questo è il vero Matrimonio!

Il Santo Padre Giovanni Paolo II li ha beatificati in San Pietro, il 21 ottobre 2001. Lui, Luigi Beltrame, era nato a Catania, il 12 gennaio 1880, figlio di numerosa famiglia. Questa era imparentata con i Quattrocchi, coniugi senza figli e zii affezionatissimi. Tanto era l’affetto, che vollero dare a Luigi il loro stesso nome, così Luigi diventò Beltrame-Quattrocchi. A Roma, frequentò il liceo Umberto I e si laureò in Legge nel luglio 1902.
Lei, Maria Corsini, figlia di un ufficiale dei granatieri di Sardegna, di origine fiorentina, era nata il 24 giugno 1884 a Roma. Intelligente ed entusiasta, studiava Lingue.

Nozze con Gesù dentro

A Roma, Luigi conobbe Maria, ma i due erano molto diversi. Lui, giovane serio e onesto, ha solo qualche nozione di vita cristiana. Lei invece ha una fede forte e solare. Per due anni, tra i due furono di più gli scontri che gli incontri, ma quando Luigi lasciò che Dio irrompesse nella sua vita, Maria accettò di fidanzarsi con lui, poi di sposarlo: era il 25 novembre 1904.
Fu un Matrimonio cristiano, dove la vita famigliare era intesa come scala al Paradiso, nella santificazione personale e dei figli. Lui, professionista stimato e integerrimo, a 24 anni era già procuratore e avrebbe continuato la sua carriera fino a diventare avvocato generale dello Stato.
Uno dopo l’altro, vennero i figli: Filippo nel 1906, Stefania nel 1908, Cesare nel 1909, Enrichetta nel 1914. Una gioia grandissima per papà Luigi e mamma Maria, ora prime guide ed educatori alla vita e alla Fede, dei loro bambini.
Nella sua opera di madre, Maria si trovò a essere luminosa scrittrice: ciò che voleva che rimanesse per i suoi figli, lo affidava alla penna, vivace e brillante. Nasceranno così i suoi libri, ricchi di Vangelo e di tanto buon senso.
Intanto, Maria aspetta un’altra bambina, tanto da mettere a rischio la vita, perché l’attesa è difficile, ma, confidando in Dio e nella Madonna, farà nascere Enrichetta sana e felice. Frutto davvero della loro illimitata fiducia nella Vergine Maria, alla Quale si rivolgono ogni sera con la recita del Santo Rosario.
Durante la Prima Guerra Mondiale, i due coniugi sono in primo piano per assistere i soldati, i feriti e le famiglie in difficoltà. Già soliti accostarsi regolarmente alla Confessione e alla Comunione, grazie alle disposizioni di san Pio X, la Messa e la Comunione quotidiana sono per loro regola di vita. Così Gesù Eucaristico diventa la luce di ogni loro giornata.

I figli per Gesù

Nel 1919, Maria, in seguito a un forte deperimento, ha l’impressione di dover morire. Raccogliendo le sue ultime forze, scrive le ricchezze della sua fede e del suo cuore di mamma. Nasce così Voce di madre, la storia della sua anima. Maria però si riprende. Il suo cammino con Luigi sarà ancora lungo e luminoso.
In quel periodo non facile, si incontrano con Padre Matteo Crawley, il grande apostolo del Sacro Cuore di Gesù e della riparazione ai peccati del mondo. Padre Matteo li fa ardere ancora più di amore di Dio: intronizza il quadro del Sacro Cuore di Gesù nella loro casa e lascia loro un comando: «Siate apostoli!». Per loro è come aggiungere legna al fuoco.
Il 1922 è per loro un anno singolare. I figli Filippo e Cesare esprimono il desiderio di farsi Sacerdoti. Mentre la figlia Stefania decide di farsi Religiosa. Luigi e Maria, pur nel distacco, sono colmi di gioia nel dare tre figli al Signore.
Il 5 novembre 1924 vanno tutti in udienza dal Papa Pio XI. Il giorno dopo tutta la famiglia accompagna Filippo al Seminario Capranica, e Cesare al Monastero benedettino di San Paolo, dove c’è l’Abate Schuster ad accoglierlo. Nell’ottobre 1927, Stefania entra in Convento a Milano, diventando Suor Cecilia. Enrichetta rimane in famiglia, ma giunta la sua ora, si consacra a Dio in un Istituto secolare.
Luigi e Maria ora si distinguono più che mai per l’apostolato laicale in mezzo al mondo. Sono impegnati nell’Azione Cattolica, nel sostegno all’Università cattolica, nonché in diverse iniziative a servizio dei giovani, dei lavoratori, dei poveri. Alla fine del 1930, Filippo è ordinato Sacerdote, mentre il figlio Cesare, prendendo il nome di Paolino, viene consacrato Sacerdote nel 1933.
I figli sono lontani, ma i genitori cercano di essere loro vicini mediante lettere e incontri. Quando Filippo sarà nel Seminario di Noci, Paolino in quello di Parma, e Cecilia a Milano, il papà, tra il sabato e la domenica, non esiterà a passare le notti in treno per andare a trovarli.
L’arrivo della Seconda Guerra Mondiale con la sua catena di lutti e di miserie, vede Luigi e Maria ancora una volta in prima linea con la carità intraprendente e luminosa. Con la forza dell’intelligenza illuminata dalla fede e dall’amore a Gesù, la loro casa a Roma è porto di salvezza per centinaia di persone.

Tre parole per farsi Santi

Al termine della guerra, mentre Luigi diventa consulente della Banca d’Italia, Maria continua a lavorare per diverse iniziative a favore dei reduci e delle famiglie bisognose. Entrambi sono mossi unicamente dall’amore di Dio, come nel giorno in cui si erano sposati, per dare vita a una famiglia che avesse Gesù al centro e come fondamento della loro vita coniugale.
Animatori di gruppi cattolici, amici di Padre Lombardi e di altri illustri leader del Cattolicesimo italiano, in primo luogo continuano a esercitare il loro apostolato nella semplice testimonianza di ogni giorno.
Il 5 novembre 1951 si riuniscono tutti a Roma, genitori, figli Sacerdoti e Religiosi. È una festa grande, ma papà Luigi, già colpito da infarto nel 1944, andrà all’incontro con Dio in una grigia giornata di fine novembre 1951. Maria supera il grande dolore della separazione, crescendo nell’unione con Dio.
     Ormai le resta solo un sogno: che i suoi figli si facciano Santi e lei possa essere Santa con loro.
    Intanto Filippo entra nella vita apostolica attiva per dedicarsi alla gioventù nel mondo e Don Paolino, attratto sempre più dal silenzio, entra nella Trappa delle Frattocchie di Roma.
È l’ora in cui Maria Beltrame-Quattrocchi sembra allontanarsi anche lei nel cielo invaso dal tramonto. Nei suoi ultimi giorni scriverà: «Ora anche la penna riposa. Tutto è stato detto di quello che il mio cuore poteva dire, ma la preghiera, in compenso si infittisce, mentre si delinea l’ora del distacco».
All’inizio dell’estate 1965, Maria, Don Filippo ed Enrichetta – che ha fatto del IV Comandamento la sua vocazione per essere saldamente consacrata a Dio nel mondo, senza essere del mondo – si trasferiscono a Serravalle di Camaldoli, cercando un po’ di riposo.
Il 26 agosto 1965, appena recitato l’Angelus a mezzogiorno, sulla soglia di casa, mamma Maria si spegne dolcemente tra le braccia di Enrichetta: 82 anni di età, di amore a Dio, allo sposo, ai figli suoi e a quelli degli altri, in una singolare maternità.
La sua gioia più grande è stata quella di consegnare tutti i suoi figli al Signore: perché non c’è altra realtà più grande sulla terra che darsi a Gesù.
Lei stessa aveva condensato tutta la sua vita con Luigi e i suoi figli, in tre sole parole estratte dalle radici più profonde del Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria Santissima: “Sia fatta la tua Volontà”. “Venga il tuo regno” e: “L’anima mia magnifica il Signore”. Fiat, Adveniat e Magnificat. Tre parole per farsi Santi.

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