MODELLI DI VITA
“Sacerdote semplice” ma straordinario
dal Numero 35 del 11 settembre 2016
di Paolo Risso

Era definito “Simplex Sacerdos” perché, poco portato per gli studi, non gli era stata data la facoltà di confessare e predicare, ma solo di celebrare la Santa Messa. E questo bastava al Padre Solano, perché riconosceva di ricevere proprio dal Sacrificio dell’Altare tutte le grazie, che gli attiravano attorno fiumane di anime.

Il settimanale The Detroit Sunday, nel centenario dei Cappuccini negli Stati Uniti (2 dicembre 1956), pubblicava la foto di un Frate che tutti conoscevano come “il Cappuccino più noto tra gli Americani”: il Padre Solano Casey, dalla grande barba bianca di 86enne, che era solito dire: «La vita religiosa è come aver iniziato il Paradiso sulla terra... con Gesù».

“Barney”, un ragazzo

Era nato il 25 novembre 1870 a Oak Grove (Wisconsin) ed era stato battezzato il 18 dicembre successivo con il nome di Bernard, ma in casa presero subito a chiamarlo Barney, il sesto di 16 figli di agricoltori emigrati dall’Irlanda, cattolicissimi. Cresce in un ambiente sano in uno scenario splendido, sulle coste del maestoso Mississippi. Nel 1873 si trasferiscono a Big Rover, più vicini alla chiesa e con un podere più ampio. A 8 anni, il nostro comincia i primi studi e frequenta la Dottrina cristiana a St. Mary School. È forte e adatto alle cose pratiche, ricco di buon senso e di lieto umore. Nel dicembre 1882, un altro trasferimento: presso Burkhardt, in St. Croix County. Barney, preparato dal Parroco, riceve la Prima Comunione. Ha imparato ad amare Gesù dai suoi cari e a dire ogni sera il Rosario alla Madonna. Il suo fratello maggiore, Maurizio, entra in Seminario e anche Barney pensa a farsi Prete. Prega di più e nel frattempo lavora.
A 15 anni è taglialegna, a 17 conducente di tram. Impara a fare il fotografo, a suonare l’organetto, il violino e dà concerti senza pretese. Pratica ogni genere di sport, escluso pugilato, ché non vuol dare né ricevere pugni. Appassionato di baseball. Cacciatore di linci e pescatore. Stile dei pionieri e non teme nulla. In cuore un grande amore a Gesù. Dal 1890, ventenne, altro trasferimento a Superior, come istruttore delle tranvie elettriche e convince i suoi a seguirlo per trovare maggiori e migliori possibilità di vita.
Ed ecco che scocca la scintilla. Era sempre stato retto e limpido, ma ora presso i Frati Minori Francescani, trova nel Padre Eustachio Volner la sua guida. Il quale Padre, un giorno gli domanda: «Ma lo sai che Gesù è tutto? Che Egli basta alla vita? Perché non diventi Sacerdote?».

Solo l’altare

Già, è vero, Gesù basta alla vita, e la vita offerta a Lui viene spesa al prezzo più alto. Nel gennaio 1892, Barney, 22 anni, entra nel Seminario diocesano di San Francesco di Sales a Milwaukee. Ma gli studi per lui sono troppo difficili: i testi sono in latino e i professori parlano tedesco. Con un impegno eroico, lui studia per 4 anni. Chierico esemplare, ma non ce la fa, perché lui non sa né il latino né il tedesco. È costretto a rientrare in famiglia, ma lui vuol diventare Sacerdote. L’8 dicembre 1896, durante il Ringraziamento alla Comunione, avverte che la Madonna gli dice: «Va’ a Detroit, tra i Cappuccini!».
A Natale è già a Detroit, al Convento di San Bonaventura, dove capisce che Dio ab aeterno lo vuole lì, in mezzo ai Frati dalla barba fluente. Il 14 gennaio 1897 veste l’abito e prende il nome di Fra Francesco Solano, ma subito lo chiamano Fra Solano. Si distingue per la gioia di stare sempre con il Signore, così che il suo Maestro Padre Messner dice ai suoi Novizi: «Se siete tristi andate da Solano». Imita le virtù del Padre san Francesco d’Assisi. Il 21 luglio 1898 offre a Dio i primi voti e viene mandato al Convento di San Francesco a Milwaukee per gli studi teologici.
Si fa stimare per il suo spirito di preghiera, ma si rivelano di nuovo le difficoltà negli studi. Il Padre Antonio Rottensteiner lo aiuta in ogni modo, ma il risultato è modesto. Solano è ammesso ai voti perpetui, ma come si fa a ordinarlo Sacerdote? Ci pensa il Padre Rottensteiner: «È tanto buono e pio, lo ordineremo e, come Sacerdote, sarà per il popolo un altro Curato d’Ars». Non gli sarebbe stata concessa la facoltà di confessare né di tenere prediche dottrinali. È un’umiliazione senza dubbio, ma allora era prevista questa soluzione dalla Legge ecclesiastica.
Il 24 luglio 1904, Fra Solano Casey a Milwaukee viene ordinato Sacerdote, come “simplex sacerdos”, senza poter confessare, ma celebrando ogni giorno la Messa e occupandosi delle cose più umili. Ecco, ora Padre Solano è davvero felice. Così sarà per 53 anni e lui, “all’ultimo posto”, farà amare Gesù, ponendo al primo posto il Santo Sacrificio della Messa, davvero “sacerdos propter Eucharistiam”. Lui, per essere Sacerdote, ha solo l’altare, ma gliel’ha dato Dio, che vuoi di più?

Miracoli della Messa

31 luglio 1904, prima Santa Messa ad Appleton presso i suoi familiari. Il fratello Maurizio, che aveva lasciato il Seminario, vi ritorna, portando con sé il fratello più piccolo, Edoardo: sostenuto dal Padre Solano, saranno Sacerdoti entrambi nel 1912.
Viene assegnato alla Parrocchia del Sacro Cuore a New York: sacrestano e direttore dei chierichetti. Così può stare a lungo a contatto con Gesù Eucaristico in chiesa. Dei chierichetti, fa dei piccoli angeli, serafini dell’altare e del Tabernacolo. Molti di loro saranno Sacerdoti dopo aver servito la Messa al Padre Solano.
Dal 1906 è portinaio del Convento e guida della Lega del Sacro Cuore. Visita i malati: tutti lo vogliono perché sa ascoltare e confortare con lo stile di Gesù stesso. Si occupa dei Cattolici impiegati come domestici nelle case dei protestanti, affinché non perdano la Fede. Intensifica i suoi rapporti per donare Gesù a più anime che può. Tra i suoi amici c’è pure il convertito dall’anglicanesimo, Paolo Francesco Wattson, che lo invita a tenere il discorso alla sua prima Messa, il 3 giugno 1910. Nel luglio 1918 è trasferito alla fraternità di New York, Parrocchia dell’Addolorata. Ancora sacrestano, direttore dei chierichetti e del gruppo dei giovani: adoratore di Gesù Eucaristico e apostolo della Santa Messa. Quando nell’ottobre 1921 viene mandato a Harlem, Parrocchia di Santa Maria degli Angeli, con l’incarico di portinaio e promotore dell’Opera serafica delle Sante Messe, la sua vita ha una svolta con una missione speciale per più di 30 anni.
Tutti scoprono che in portineria c’è un Frate straordinario che ascolta tutti con affetto e dà consigli con parole semplici e ispirate da Gesù stesso. A chi lascia un’offerta, egli indica l’Opera delle Sante Messe, sicuro che «dal Sacrificio di Gesù sull’altare vengono tutte le grazie». Invita tutti a confessarsi spesso, a ricevere la Santa Comunione e a pregare per le missioni. Ai protestanti, ai non-credenti, agli atei, ricorda: «Quanto a lungo ancora vuol fare attendere Gesù? Amico, Gesù unico Salvatore si trova soltanto nella Chiesa Cattolica!». Da parte sua, Padre Solano prega e prega. Presto arrivano conversioni e guarigioni straordinarie e singolari favori di Dio alle anime che vanno da lui.
Il Provinciale Padre Benno Aichinger, nel novembre 1923, viene a conoscenza di tutte queste cose e subito gli ordina “per santa obbedienza” di prendere nota dei fatti straordinari che avvengono. Lui obbedisce e tra l’8 novembre 1923 e il 28 luglio 1924, registra 96 annotazioni, di cui 41 riferiscono grazie speciali ottenute in seguito all’iscrizione all’Opera delle Sante Messe. Nell’agosto 1924 è mandato alla portineria del Convento di Detroit come portinaio e promotore delle Messe. Ed ecco che, senza volerlo di proposito, una fiumana di gente si riversa attorno a lui, attirata dalla fama della santità e delle grazie straordinarie che ottiene da Dio. Vive di Gesù e irradia Gesù. Ogni giorno, 150-200 persone lo avvicinano e lui resta in portineria per 10 ore al giorno, senza tregua né vacanze. Offre tutto e chiede tutto a Gesù nella sua Messa, «il suo unico tesoro», e nell’Adorazione eucaristica prolungata anche di notte.
Riempie sette grossi taccuini con 6.000 casi particolari dei quali 600 sono mirabili conversioni e guarigioni. Protestanti e testimoni di geova che ritornano alla Chiesa Cattolica e si fanno ferventi di amore a Gesù, moribondi che guariscono e riprendono le loro attività, meraviglie di Dio per la preghiera di un umile Frate. Ai “graziati” che vengono a ringraziarlo, lui risponde: «Tutto viene dal Santo Sacrificio di Gesù nella Santa Messa!».
Durante la crisi economica del 1929/’30, con tanti poveri, Padre Solano fa miracoli per procurare a tutti il necessario per vivere. Promuove la nascita di un ristorante dove ogni giorno, i poveri a migliaia possono trovare il pranzo completo. Lui stesso va alla questua, per alimentare quest’opera. Nel 1939/’40, un’altra tragedia: la Seconda Guerra Mondiale; centinaia di famiglie si rivolgono al Padre Solano per i parenti in guerra: per la sua preghiera sono giunti aiuti insperati a soldati e loro famiglie.


L’uomo della gioia

Ciò che più affascina in lui è la sua letizia, il senso di sentirsi amato di amore infinito da Gesù, l’Uomo-Dio, al Quale soltanto vuol rassomigliare. Tutta la sua vita è incentrata nella Messa che celebra con ardore sempre in crescita, perché – dice – «chi è più grande di noi Sacerdoti che ripresentiamo Gesù vivo e immolato sull’altare?». Ritiene un vero privilegio il suo stato di Sacerdote e di Cappuccino e ne è fiero e felice. A suo fratello Don Maurizio un po’ inquieto, ricorda spesso: «Che cosa vuoi di più che essere Sacerdote?». Ai Novizi preoccupati per la loro futura destinazione, risponde: «Che importa il luogo? Non c’è forse dovunque Gesù nel Santissimo Sacramento? Non vi basta lui per essere felici?».
Di lì si alimenta la sua felicità: dall’intimità con Gesù Eucaristico, e vuole comunicare a tutti questo segreto della gioia: «Che cosa sarebbe mai la vita senza l’Eucaristia? Ma noi nella Messa, nel Tabernacolo abbiamo tutto!». Indugia a lungo in meditazione: davanti alle meraviglie del creato, in un continuo “cantico delle creature”, come il Padre san Francesco, ma soprattutto contemplando l’Incarnazione del Figlio di Dio – Gesù Bambino – la sua vita e i suoi discorsi, la sua Passione e Morte – Gesù Crocifisso. Legge le vite dei Santi e li invoca come intercessori, prima tra tutti la Madonna, mai sazio di approfondire la conoscenza di Lei, dei suoi privilegi, la sua Immacolata Concezione, la sua Corredenzione, come “mater dolorosa” accanto al Crocifisso, unico Redentore!
Sano e robusto fino oltre gli 80 anni, si diverte a giocare con i Novizi a pallavolo, a tennis, a far lunghe passeggiate con loro in mezzo ai campi e ai boschi, portando con sé il suo violino che suona stupendamente bene, e un’infinità di caramelle e di dolcetti che distribuisce ai giovani confratelli e a chi incontra.
All’inizio del 1956, 86 anni, la sua salute comincia a venir meno. Non perde la gioia. Anche con l’ossigeno, ha voglia di cantare come al solito: inni a Gesù e alla Madonna, densi di ringraziamento. Quando non può scendere in portineria, i Frati impazziscono per le telefonate che da tutta l’America chiedono sue notizie. Passa ancora lunghe ore in cappella in Adorazione a Gesù Eucaristico. Ma fino all’ultimo, vuole accogliere chi desidera parlargli. Offre il suo lungo patire per l’Ordine Serafico, per i Sacerdoti, per la conversione dei protestanti, degli ebrei che pure sono stati affascinati dal suo stile, tutto Verità e amore.
Il 31 luglio 1957 dice: «Oggi è un giorno meraviglioso: stasera vedrò Dio». Si dilunga a parlare con calore dell’urgenza della conversione del mondo a Gesù e sul suo desiderio cocente di condurre gli uomini a Lui. Verso le undici di sera confida: «Io ora do la mia anima a Gesù». E va incontro a Lui nella gioia: 53 anni prima, aveva celebrato la sua prima Messa.
Migliaia e migliaia di persone presero parte al suo funerale. Il suo biografo, Patrizio Derun, asserisce che oltre 200 mila persone piansero la sua morte negli USA e in Canada: “Sacerdote semplice” che era vissuto solo per il tesoro più alto che è la Santa Messa. La Messa che è il Cristo immolato, la nostra Vita, è tutto.
È in corso la sua causa di beatificazione: Padre Solano Casey, Cappuccino, come San Pio da Pietrelcina, più che mai attuale – attualissimo – ed esemplare per il suo amore senza limiti alla Santa Messa.

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