La festa della Nascita di Maria, che la Chiesa commemora l’8 settembre, è foriera di grazie e benedizioni ancora oggi, come lo è stata in Palestina più di duemila anni fa. La sua Presenza materna e operante anticipa e prepara l’ora di Cristo, come la luce dell’aurora preannuncia il sorgere del sole.
«La tua nascita, o Madre di Dio, ha annunziato la gioia a tutto l’universo, poiché da te è sorto il Sole di giustizia, il Cristo nostro Dio, che togliendo la maledizione, ci ha donato la benedizione, e annientando la morte, ci ha donato la vita eterna».
Così canta la Chiesa con l’antica antifona al Magnificat Nativitas tua, di origine orientale, che in alcuni manoscritti medioevali era riportata sia in latino che in greco, l’8 settembre, giorno in cui ricorre la festa della Nascita della Madonna.
Tale festività svela ancora oggi dei profondi misteri. La Liturgia, infatti, ha questa caratteristica: pur ripresentando ogni anno, e da secoli, i medesimi misteri della nostra Redenzione, trasmette ogni volta un messaggio nuovo, riflesso della Verità eterna, sempre perenne e attuale.
I Padri antichi dicevano: «Nata Maria surrexit aurora»: nata Maria Santissima, è sorta anche l’aurora, foriera del sole. Per questo alla nascita della Vergine si rallegrò il mondo intero: Ella avrebbe dato al mondo il Salvatore, ponendo fine alle nostre miserie e dando inizio alla nostra felicità!
Il Martirologio romano pone la data della nascita di Cristo all’anno 5199 dalla creazione del mondo, per cui la Madonna, avendo contratto matrimonio, secondo la tradizione locale, all’età di 14 anni, e avendo partorito Gesù a 15 anni, facendo i calcoli, sarebbe nata nell’anno 5184 dalla creazione del mondo, il giorno 8 settembre, così come l’antica tradizione ci ha tramandato.
La Vergine fu di stirpe reale, ma più che la nobiltà della sua genealogia, è soprattutto la nobiltà della sua anima che bisogna stimare, imitare e acquistare con una vita santa, senza peccato, e con l’esercizio delle virtù.
I Vangeli apocrifi narrano che il nome di Maria che le fu imposto, fosse stato rivelato ai suoi genitori, i santi Gioacchino ed Anna, subito dopo la sua nascita. Molti sono i significati di questo santo nome: illuminata dalla sapienza di Dio; illuminatrice dei ciechi e di quelli che giacciono nell’ombra della morte; Signora di tutti, affinché la serviamo, l’amiamo e la rispettiamo, dopo Dio; mare amaro perché con le sue sofferenze ha collaborato come Corredentrice alla nostra redenzione; e stella del mare, perché guida ogni suo figlio, attraverso le tempeste della vita, al porto sicuro della salvezza. Dai Santi Padri e dalla Liturgia apprendiamo che san Gioacchino e sant’Anna erano di età già avanzata ed in più sant’Anna era sterile. La nascita della Madonna fu, perciò, un grande miracolo, un evento grandioso che rientrava nel progetto redentivo di Dio.
San Tommaso scrive nella sua Summa che al momento della nascita Dio assegnò alla Madonna il suo Angelo Custode, secondo alcuni l’Arcangelo san Gabriele, secondo altri uno dei Serafini, il primo di tutti. Altri Dottori affermano che ne ebbe due, almeno per il tempo che esercitò l’ufficio di Madre. In ogni caso la Vergine Santissima, come dice san Eadmero, fu continuamente protetta dalla custodia degli Angeli.
I Padri sostengono che Maria Santissima ebbe l’uso di ragione sin dal primo istante della sua concezione, per cui, appena nata subito adorò la Maestà divina, riconoscendone la suprema grandezza e protestando, fin da questa tenerissima età, di essere la sua umile serva. Quale esempio per noi, spesso così pigri nel compiere la Volontà di Dio!
Quali insegnamenti dona a noi oggi la Madonna Bambina?
Innanzitutto Ella ci insegna ad adorare e servire Dio, a ringraziarlo per tutti i benefici che ci ha donato, a cominciare dall’esistenza. Quanti anni sono passati per noi, senza adorarlo, servirlo, ringraziarlo come dovuto? Immaginiamo quale gioia grande fu per le Tre Divine Persone quando videro nascere questa Bambina che, sin dall’eternità, avevano predestinato quale Immacolata Madre del Verbo, e per mezzo della quale Esse avevano progettato di operare “grandi cose”! Sarà, ugualmente, una grande gioia per l’augusta Trinità, se anche noi decidiamo fermamente di abbandonare le opere delle tenebre e ci impegniamo a rivestirci internamente e interamente di Cristo!
Ci insegna, poi, ad essere portatori di luce: luce della grazia, contro le tenebre del peccato; luce di una vita cristiana esemplare, contro l’edonismo sfrenato, e la moda di una vita senza Dio; luce dell’amore alla vita, contro l’oscurità dell’aborto e dell’eutanasia; luce della purezza, contro la malefica inculturazione gender e la violazione delle coscienze anche dei più piccoli ed innocenti; luce dell’obbedienza, che rifulga in un mondo avulso da ogni tipo di sottomissione e di gerarchia.
Guardiamo a Maria Bambina: quella piccola creatura, sebbene ancora in fasce, era foriera di un’immensa grazia per l’umanità, ignara di un sì mirabile dono dall’alto. Ella, purissima, immacolata, ricca di ogni virtù, seppur così piccola, era già, per il demonio, «terribile come un esercito schierato a battaglia». Preghiamola, dunque, che venga in soccorso ancora una volta, quale Aurora consurgens, di questo mondo che rischia di essere trasportato nel più profondo abisso del peccato. Ella fa ancora tremare l’orrenda bestia e continua a donarci Cristo, il Salvatore. Nelle sue “manine”, come diceva san Massimiliano, sono poste le sorti del futuro dell’umanità.
Ripetiamo anche noi, con tanta fede e abbandono, questa bella preghiera alla piccola Bambina Maria: «O Vergine benedetta, entrate, entrate felicemente in questa nostra valle di miserie, prosperate sulla terra, e potentemente regnatevi e dominatevi coll’attrattiva della vostra dolcezza, che a voi renda tutti i cuori soggetti. Regnate sui nostri cuori, e fate che siano essi sempre docili ed obbedienti alla Volontà di Dio ed alla sua santa Legge. Oh, fortunato quel giorno che vi ha visto nascere! Per la vostra pura ed immacolata Natività otteneteci la grazia di rinascere spiritualmente ad una novella vita di grazia, di carità, di fervore, che ci renda sempre più graditi a Dio, e ci faccia sempre più l’oggetto delle sue compiacenze».