Si è giunti finalmente al mese di Maggio: 31 giorni dedicati alla Vergine Maria. Perché dedicare un mese, questo mese, a Maria? E cosa fare praticamente per approfittare delle grazie legate a questo tempo particolare?
Chi non conosce il noto aforisma di San Bernardo: «Dici Maria ed Ella ti risponde Dio»? Così si potrebbe, parafrasando liberamente questa verissima sentenza, dire: «Dici Maggio, dici Maria».
Il mese di Maggio è il mese più bello per la natura: il creato si risveglia dai rigori dell’inverno, si spoglia di ogni austerità e freddezza, per vestirsi di colori e di profumi. Tutto rinasce, parla di vita e di fecondità. Ma se il mese di Maggio è il mese della fecondità della natura, tanto più vuol essere il mese della fioritura spirituale.
Quando si pensa alla fecondità non si può non pensare alla maternità: maternità e fecondità sono un binomio “indissolubile”. Così il bel mese di Maggio subito ci rimanda alla Madre. Prima di tutto uno sguardo alla Santa Chiesa, che davvero è Madre e il mese di Maggio è ancora un’occasione per ricordarci con immensa gratitudine di questa verità: non è infatti, il mese di Maggio, un altro premuroso appello materno da parte della Chiesa? Un appello al progresso, all’avanzamento spirituale. Sembrano ormai lontani i giorni in cui ci aveva invitati ad intraprendere un serio cammino di conversione con l’inizio della santa Quaresima, per prepararci a vivere il mistero della Risurrezione davvero “morti al peccato” e “risorti alla grazia”. E dopo questo periodo di penitenza, poi di gioia pasquale, eccola di nuovo sollecita per la nostra salute spirituale. Davvero una Madre amorevole, la Chiesa, fulgida immagine della Madre del Cielo, Maria.
È da secoli ormai che questo mese è consacrato alla Regina del Cielo. Il mese di Maggio è Suo, il compito di questa fioritura spirituale è affidato a Lei, così che non esiste progresso spirituale, rinnovamento dell’anima, conversione senza la Madonna.
Siamo figli della Mamma
Ma perché dedicare un mese a Maria?
È forse strano che un figlio onori la propria mamma? Così nulla di strano, anzi diremmo, nulla di più dovuto ad un figlio che l’onorare la propria mamma. Cosa poi non si dovrebbe fare per onorare la Madre del Cielo, la Madre divina che Gesù ci ha affidato sotto la croce e, ancor più, alle cui cure ci ha affidati. Una cosa è certa: è molto più quello che questa Madre farà per noi in questo mese mariano che non ciò che faremo noi per Lei. Non la onoreremo mai abbastanza per tutto il bene che Ella compirà nella nostra anima per un poco di attenzioni che le avremo rivolte.
Il mese delle rose
La primavera è poi la “stagione delle rose”, le quali si vedono sbocciare proprio nel mese di maggio, dedicato a Colei che è invocata nelle Litanie lauretane “Rosa Mistica”. E non è difficile scorgere nelle chiese qualche devoto fedele portare bellissime rose in questo mese, ad ornare i begli altari mariani.
Ma se la Madonna non disdegna, anzi gradisce, questo pio gesto affettuoso dei suoi figli, ancor più gradisce vedersi donare rose che non appassiscono: quelle rose preziose di “Ave Maria” che compongono il Santo Rosario. A ragione san Massimiliano M. Kolbe dice che la Madonna ama molto questa preghiera, anzi, che «questa è la sua preghiera preferita», difatti è la preghiera che Ella stessa ci ha insegnato, e raccomandato nelle Apparizioni di Lourdes, di Fatima, di Akita... Dunque, non c’è modo migliore per vivere bene e intensamente questo “mese delle rose” che recitando ogni giorno il bellissimo Rosario della Madonna.
Come non ricordare poi che a Lourdes l’Immacolata, con la Corona del rosario fra le mani, ripeté: «Penitenza, penitenza, penitenza»! Preghiera e penitenza vanno sempre insieme. «Orazione e trattamento delicato non vanno d’accordo» diceva santa Teresa d’Avila. E difatti quando si pensa al mese di Maggio, si pensa subito ai famosi “fioretti”, un po’ come in Quaresima: ossia a piccoli sacrifici e rinunce che si è pronti ad offrire alla Vergine, e che sono davvero preziosi perché ogni piccola mortificazione è sempre qualcosa della nostra natura alla quale “diamo la morte”, è qualcosa dell’«uomo vecchio» alla quale rinunciamo per permettere alla Madonna di far vivere in noi «l’uomo nuovo», ossia il suo Gesù alla cui configurazione Ella vuole condurci, riproducendo in noi suoi «figli i lineamenti spirituali del Figlio» (Marialis cultus, n. 57).
Come gli Apostoli nel Cenacolo
Un’ultima riflessione. Potremmo paragonare questo periodo di particolare preghiera e penitenza mariana al periodo “tutto mariano” che gli Apostoli hanno vissuto proprio con la Madonna, dopo l’Ascensione di Gesù, in attesa del «Consolatore» che Gesù aveva promesso. La Chiesa ci propone la figura di Maria Santissima, che, quale Madre e Maestra, preparava gli Apostoli alla venuta dello Spirito Santo. È Lui che ci dona la Grazia meritataci da Gesù Cristo; ma Lui non la dona se non attraverso Maria, perché «Dio l’ha scelta per tesoriera, economa e dispensatrice di tutte le grazie; di modo che tutte le sue grazie e tutti i suoi doni passano per le mani di Lei» (San Luigi M. Grignion, Il Segreto di Maria, n. 10).
Il mese di Maggio è ancora una volta, dunque, il tempo unico e prezioso in cui possiamo e dobbiamo davvero impegnarci ad una totale fioritura della nostra anima sotto la protezione della Madonna, anzi, da vivere con Lei, per Lei e in Lei. Se la nostra devozione mariana scarseggia, poi, è giunto il momento di vivificarla, di iniziare a rivolgerci a Lei come a nostra Madre.
Il mese di Maggio è dunque il tempo in cui bisogna rispondere alla chiamata di Dio, cioè alla vera devozione mariana, la devozione al suo Cuore Immacolato, che la stessa Suor Lucia di Fatima ci fa sapere essere l’ultima “ancora di salvezza” in questi tempi di tenebre.
Viviamo, dunque, questo mese di Maggio non solo sotto il Manto di Maria, ma nel Suo stesso Cuore, che è Cuore Immacolato, tutto grazia e niente peccato, capace di rendere anche il nostro altrettanto “tutta grazia e niente peccato”, che significa il Paradiso!