ATTUALITÀ
Verso Dio, nel cuore dell’Europa. Il pellegrinaggio Parigi-Chartres
dal Numero 16 del 24 aprile 2016
A cura di Carlo Codega

Il pellegrinaggio ha anzitutto una dimensione interiore, del personale avvicinamento a Dio, e perciò lungo tutti i secoli cristiani non ha mai perso la sua bellezza ed efficacia. Quello che si percorre da Parigi a Chartres, e che si svolgerà anche quest’anno nel triduo della Pentecoste, ne è una viva e affascinante espressione.

Dal 13 al 15 maggio, a cavallo della solennità di Pentecoste, si terrà in Francia il tradizionale pellegrinaggio a piedi dalla Cattedrale di Notre Dame di Parigi alla Cattedrale di Chartres, organizzato dall’associazione “Notre Dame de Chretienté”. Il pellegrinaggio giunto alla 34a edizione conta ogni anno svariate migliaia di partecipanti, organizzati in capitoli nazionali e regionali. In preparazione a questo grandioso evento ecclesiale rivolgiamo alcune domande ad Alessandro Grilli, responsabile del capitolo italiano che da qualche anno partecipa al pellegrinaggio.

- Caro Alessandro, potresti spiegare ai lettori del “Settimanale di Padre Pio” e a tutti i lettori italiani cosa sia il pellegrinaggio tradizionale di Pentecoste da Parigi a Chartres?

Quello da Parigi a Chartres è – come ogni pellegrinaggio – un cammino di preghiera e di penitenza, una marcia fatta di preghiere, canti e silenzio, con una dimensione e un significato allo stesso tempo individuale e collettivo. In modo particolare il pellegrinaggio di Chartres esalta questa dualità perché, nonostante il suo fine sia la conversione e la santificazione personale di ciascun pellegrino, nel loro insieme, tutte le varie individualità che vi partecipano, formano un vero e proprio popolo cattolico – ogni anno si superano i diecimila partecipanti – che raccoglie tutte le generazioni e tantissime nazionalità e culture, segno e realizzazione della comunione ecclesiale e della sua militanza e peregrinazione su questa terra. Infatti la direttrice, l’idea-forza che il pellegrinaggio propone e realizza, è quella della Cristianità che, come la definì Dom Gérard Calvet nella sua omelia al termine del pellegrinaggio del 1985, «è un’alleanza del sole e del cielo, un patto sigillato col sangue dei martiri tra la terra degli uomini e il Paradiso di Dio, un giuoco candido e serio, un umile inizio della vita eterna. La cristianità, cari fratelli, è la luce del Vangelo proiettata sulle nostre patrie, le nostre famiglie, sui nostri costumi e i nostri mestieri. La cristianità è il corpo carnale della Chiesa, il suo baluardo, la sua iscrizione temporale... È la proclamazione della regalità di Gesù Cristo sulle anime, le istituzioni e i costumi. È l’ordine temporale dell’intelligenza e dell’amore sottomesso alla altissima e santissima regalità del Signore Gesù».

- Potresti darci qualche dato storico su questo pellegrinaggio, giunto alla 34a edizione? Da quanti anni vi partecipa un capitolo italiano?

Chartres è al centro della storia religiosa di Francia; fin dai primi secoli dell’era Cristiana la “Virgo Paritura” è venerata, e lungo la storia non ha mai smesso di attirare pellegrini da ogni dove e di ogni rango, dai Re di Francia ai più poveri e semplici devoti. Oppressa dalla Rivoluzione e derisa dai “lumi”, la devozione affievolisce temporaneamente per rinascere sull’esempio dei grandi convertiti Charlier e Peguy, che ne riprendono la pratica a cavallo tra XIX e XX secolo. Il pellegrinaggio come lo conosciamo oggi nasce negli anni ’80, negli stessi anni in cui rinascono quelli di Compostela e di Czestochowa, organizzato nei tre giorni di Pentecoste dall’associazione “Notre Dame de Chretienté”, con una logistica ed un’efficienza impareggiabili.
Tre sono i principi fondanti dell’associazione: Cristianità, Tradizione e Missione. Della Cristianità ho già accennato qualcosa, invece la sequela della Tradizione, si traduce soprattutto nell’attaccamento e nell’amore verso la forma extraordinaria del rito romano, nella quale liturgia vengono celebrate tutte le funzioni del pellegrinaggio. Invece lo spirito missionario del pellegrinaggio è una concretizzazione di quella che Benedetto XVI ha più volte chiamato nuova evangelizzazione e di cui la nostra Europa senza fede, priva di energie umane e divine, ha tanto bisogno. Il capitolo italiano, intitolato a Maria Immacolata e Corredentrice, Immaculata Corredemptrix, partecipa al pellegrinaggio dal 2013 e ogni anno, per grazia di Dio, aumenta di numero e coesione tra i suoi membri.

- Che senso ha un pellegrinaggio, devozione dei tempi passati, al giorno d’oggi?

Quello di pellegrino è uno status metafisico – e perciò immutabile – dell’uomo su questa terra, quello di homo viator. La vita di ogni uomo non è altro che un pellegrinaggio attraverso i luoghi e i tempi in cui è chiamato a vivere – dove ha le sue radici e i suoi legami e dove, però, non è la sua dimora eterna – verso il Cielo, la sua vera patria, verso Cristo Signore, Re del Tempo e della Storia, unico e vero fine dell’uomo. E così il pellegrino, che intraprendendo il suo viaggio si fa straniero, percorre i campi (pellegrino da “per” + “ager”: “attraverso i campi”), dorme sotto le stelle, e si ricorda che la sua vera patria e il suo vero fine sono la meta che deve raggiungere.

- Come si svolge la giornata del pellegrino? Quali sono i sacrifici che il pellegrino deve affrontare?

Nei tre giorni di marcia si percorrono poco più di 100 Km nei quali, i pellegrini, divisi in capitoli – regionali e cittadini per i francesi, nazionali per tutti gli altri partecipanti – alternano canti, preghiere e meditazioni. Lo sforzo fisico richiesto è intenso, provante, ma né impossibile, né eccessivo. Tuttavia si devono affrontare alzatacce mattutine, notti in tenda e marce sotto qualsiasi condizione atmosferica. Ma liberi dalla schiavitù quotidiana dei nostri comfort e dei nostri gadget elettronici, nello sforzo fisico, nella preghiera costante, ritroviamo l’accesso alla nostra interiorità, la capacità di aprirci realmente al nostro prossimo, un sano e vivo contatto con la terra e la natura.

- Potresti spendere qualche parola sulla dimensione mariana del pellegrinaggio?

Il pellegrinaggio di Chartres è nella sua interezza mariano. Unisce due tra i Santuari mariani più importanti di Francia; la sua meta, la stupenda Cattedrale di Chartres, custodisce il velo della Madonna; l’intercessione di Maria Vergine – pregata con il titolo di Nostra Signora della Cristianità e Nostra Signora della Santa Speranza – è costantemente invocata dal popolo pellegrino. Nel bivacco di Gas, la notte di Pentecoste, solennemente ci si consacra alla Madonna, secondo lo spirito della schiavitù mariana di san Luigi M. Grignion de Montfort. Giunti a Chartres, venerata la reliquia del materiale velo di Maria, ci si pone sotto il suo velo spirituale, sotto il suo manto, sotto la sua protezione; le si affida ogni coscienza, le si affida la Francia, le si affida ogni popolo, il mondo intero.

- Vorresti rivolgere un invito a tutti i lettori a partecipare al pellegrinaggio e fornire qualche dato e informazione pratica?

Invito caldamente ogni lettore, ciascuno secondo la sua possibilità, a riscoprire prima di tutto lo spirito del pellegrinaggio, di intraprenderne e di far rivivere quelli della propria terra e della propria tradizione. Invito ovviamente tutti a partecipare al pellegrinaggio tradizionale di Chartres, modello ed esempio per i nostri giorni, esperienza viva e pulsante di una Cristianità fiorente, radicata in Cristo, nella Vergine Maria e nella Chiesa con la sua eternamente giovane Tradizione.
Tutte le informazioni pratiche le trovate sul nostro sito http://www.sanremigioverona.org/ndc. Potete scriverci a ndc.italia@gmail.com.

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