Ogni uomo trova nella Madonna la porta della grazia, la Madre della Vita, la libertà dalle colpe e dai pericoli; per Lei può conoscere Dio e partecipare della divina natura. La dipendenza è così vitale – spiega San Germano – che l’anima prova meno dolore ad essere strappata dal corpo che dalla sua Madre divina.
Tanta è la letteratura che il grande vescovo san Germano di Costantinopoli ha dedicato a Maria. Per lui la Santa Vergine era tutto sulla terra e, come per ogni buon cristiano, era la porta per accedere alla grazia di Dio. Essa infatti è la madre della vera Vita: «In verità, o Madre di Dio, il tuo aiuto è potente per la salvezza e non ha bisogno di alcun altro intercessore presso Dio. Infatti Tu sei la Madre della vita realmente vera. Tu sei il lievito della rigenerazione di Adamo. Tu sei la libertà dalle colpe di Eva. Quella fu madre della polvere, Tu sei Madre della Luce. La matrice di quella fu matrice di corruzione; il tuo seno invece fu seno di incorruttibilità. Quella fu abitazione della morte, Tu invece sei allontanamento dalla morte. Quella fu abbassamento delle palpebre verso terra, Tu sei la gloria insonne degli occhi svegli. I figli di quella sono dolore, il tuo Figlio è gioia di ogni specie. Quella, poiché era terra, entrò nella terra. Tu ci hai generato la Vita, sei ascesa alla Vita ed hai avuto la forza di procurare la Vita agli uomini, anche dopo la morte» .
Gli accenti infiammati di questo grande cantore di Maria ci elevano verso la sorgente purissima di ogni grazia che è Lei stessa. Ella è la Madre di Dio, quindi la Madre della vera Vita che non muore, il lievito della rigenerazione, la vera libertà dalle colpe di Eva, madre nel peccato. Ma la lode di Maria non si ferma alla semplice venerazione dell’atto primo che ha prodotto la nostra salvezza, ovvero alla sua risposta di fede durante l’Annunciazione: la lode di Maria si estende ad ogni atto ed ogni azione buona che possiamo concepire e realizzare solo per mezzo di Lei: «Se Tu non avessi mostrato il cammino, nessuno sarebbe divenuto spirituale, nessuno avrebbe generato Dio in spirito. L’uomo allora diventò spirituale, quando Tu diventasti abitazione dello Spirito Santo. Nessuno è pieno della conoscenza di Dio se non per tuo mezzo, o Madre di Dio. Nessuno è libero da pericoli se non per tuo mezzo, o Vergine Madre. Nessuno è redento se non per tuo mezzo, o Genitrice di Dio; a nessuno è stato dato un dono di pietà, se non per tuo mezzo, o Tu che contieni Dio» .
La salvezza per mezzo di Maria è universale: per ogni uomo e per ogni tempo. Infatti nessuno sarebbe diventato «spirituale», cioè simile a Dio, che è spirito (cf. Gv 4,24), né avrebbe generato Dio, come fanno i santi, che ripetono le stesse opere di Dio, nessuno sarebbe arrivato a conoscere Dio se non per mezzo di Maria, che ne è l’artefice terreno, e nessuno può essere al sicuro da pericoli e tentazioni se Maria non lo sostiene. Nessuno può vivere la vera pietà, ovvero il sincero e profondo amore verso Dio se non per mezzo di Maria, che ha sviluppato la pietà più alta generando in se stessa Dio. Ella è anche Madre di tutti i peccatori per aiutarli a liberarsi una volta per sempre dal peccato: «Tu, che presso Dio hai il potere di Madre, procuri in abbondanza il perdono a coloro che abbondantemente hanno peccato. Infatti non è possibile che Tu non sia ascoltata, poiché Colui che è Dio per tutte le cose, attraverso tutte le cose ed in tutte le cose, obbedisce a Te come vera ed incontaminata Madre sua. Perciò chi è afflitto, opportunamente si rifugia presso di Te. Chi è senza forze a Te si appoggia, chi è combattuto con la guerra si arma di Te contro i suoi nemici» .
Neppure il peccato è di ostacolo al peccatore che, sinceramente pentito, può confidare in Maria per il perdono delle proprie colpe ed il rientro nella figliolanza divina. Questa è la prima fonte di afflizione dalla quale ci libera Maria: l’afflizione per le nostre colpe. Ma anche contro ogni specie di tentazione Maria è un inviolabile baluardo; lo stesso per chi si sente debole, per chi è afflitto da varie sventure, per chi è perseguitato con la guerra o con la paura della morte.
La vita interna di Maria, che è Cristo stesso, è rivelata dalla Scrittura nella quale il tempio, dimora dell’Arca, cioè dimora di Dio, sarebbe immagine di Maria Santissima che è custode sempiterna ed indefettibile della divinità di Cristo: «Se una volta il tempio di Salomone dava l’immagine del cielo che sovrasta la terra, quanto più non sarebbe giusto esaltare come cieli terreni le Chiese tue, di Te che sei diventata tempio vivente del Cristo? Le stelle parlano fiammeggiando nel cielo, le colorazioni materiali delle tue icone, o Madre di Dio, risplendono dell’elargizione dei tuoi beni a noi. Il sole e la luna illuminano l’unica orbita della ruota; la tua luce, che viene dalla Luce da Te generata, fa risplendere ogni casa, ogni città, ogni terra. È quindi beato l’uomo, anche se peccatore, poiché ha avuto in sorte di essere simile a Te secondo la sostanza naturale e di essere anche partecipe della natura divina per mezzo tuo» .
L’omelia, come spesso avviene tra gli autori orientali di questo periodo, diventa lirica e canta la magnificenza di Maria per la gloria anche del peccatore che si rivolge alla Madre del Verbo e trova in Lei non solo luce e conforto per superare il peccato, ma anche il Mistero ineffabile, la eccelsa sostanza di Dio di cui Ella è unica dispensatrice e tempio per tutti gli uomini. Così il misero peccatore, che però si sottomette a Maria, riesce «ad essere partecipe della natura divina per mezzo tuo».
«Ceda la morte al tuo potere, o Madre di Dio, poiché Tu hai recato la vita agli uomini! Ceda al tuo potere il sepolcro, poiché Tu sei diventata divino fondamento di inspiegabile altezza! Ceda al tuo potere la polvere! Infatti Tu sei la rigenerazione, poiché sei diventata Signora per coloro che si erano consunti nel fango della materia. Quindi con fede confessiamo che Tu sei nostra compagna di vita; infatti se noi non avessimo conforto in questo, allora il nostro spirito verrebbe meno per il desiderio di Te. Con fede noi pensiamo che, come è scritto: “I cieli sono messi al loro posto” (Sal 74,16), così noi crediamo di rivedere Te che stai in mezzo a noi come compagna di viaggio, anche dopo la partenza dal corpo. Infatti l’anima non ha tanto dolore quando è strappata via dal corpo, quanto, ed ancora di più, per l’essere privata di Te, o Immacolatissima! Perciò secondo la Scrittura, “anche se il tuo corpo dorme, il tuo cuore invece è sveglio” (Ct 5,2). Ed anche se Tu ricevesti la morte inevitabile alla natura umana, tuttavia “il tuo occhio che ci custodisce né vacilla, né si addormenterà” (Sal 121,3ss)» .
Il lirismo di san Germano qui sembra superare ogni possibile immaginazione: sembra che ogni uomo non possa e non debba vivere senza Maria, che Lei sia la sorgente di ogni vita e soprattutto della Vita eterna a cui tutti siamo chiamati. Addirittura la vera morte non sarebbe quella del corpo, ma essere privati di Maria, perché ogni creatura umana sembra fatta per Lei. Così la morte del corpo non è da temere, perché anche in essa Maria «ci custodisce».