La consacrazione al Cuore Immacolato è un’offerta sacrificale. La Madonna stessa per prima si è sacrificata per noi, quale Corredentrice del genere umano, sul Calvario, ai piedi della Croce. A Fatima, Ella ce lo ha mostrato in varie apparizioni.
Abbiamo visto che la consacrazione al Cuore Immacolato è la devozione mariana più perfetta. In cosa consiste?
Ce lo insegna la venerabile suor Lucia di Fatima, la cui vita è stata così sintetizzata: un cammino sotto lo sguardo di Maria. Ce lo insegna la Madonna, che il 13 maggio 1917 ha chiesto ai tre pastorelli: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie, vol. I, p. 162).
Consacrarsi al Cuore Immacolato, dunque, è offrirsi a Dio, per “le mani” di Maria. Ma non si tratta di un’offerta qualsiasi: è un’offerta sacrificale. Perché Dio chiede il nostro sacrificio? Perché dobbiamo “completare nel nostro corpo ciò che manca ai patimenti di Cristo, a favore della Chiesa” (cf Col 1,24).
Perché dobbiamo offrire il sacrificio a Dio per mezzo del Cuore Immacolato di Maria? Perché Lei per prima si è sacrificata per noi, e noi possiamo offrire sacrifici graditi a Dio solo per la grazia santificante che Lei, assieme a Gesù, ci ha meritato, in quanto Corredentrice del genere umano.
Ma si dirà che a Fatima la Madonna non ha detto di essere Corredentrice. Non lo ha detto a parole, ma lo ha mostrato con un fatto straordinario: il suo Cuore Immacolato era sempre circondato da spine (apparizione del 13 giugno 1917 e del 10 dicembre 1925) e nell’apparizione del 13 giugno 1929, stava sull’altare, accanto a Gesù Crocifisso e al sacro calice, nel quale scorrevano le gocce di Sangue del Santissimo Redentore.
Nell’autunno del 1916, inoltre, l’Angelo del Portogallo insegnò ai Pastorelli una preghiera bellissima, che parla implicitamente della Corredenzione di Maria: «Santissima Trinita?, Padre, Figlio e Spirito Santo, vi adoro profondamente e vi offro il Preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesu? Cristo, presente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze con cui Egli stesso e? offeso. E per i meriti infiniti del suo Sacratissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, vi chiedo la conversione dei poveri peccatori».
Perché chiediamo la conversione dei peccatori, non solo per i meriti infiniti di Cristo, ma anche per i meriti del Cuore Immacolato di Maria che, per sé, non sono infiniti?
Perché Maria ai piedi della Croce ha unito i suoi meriti a quelli di Cristo per la Redenzione del genere umano e per la conversione di tutti i peccatori.
Dunque, in cosa consiste la Corredenzione di Maria? Consiste nell’unione di cui abbiamo appena parlato, ossia nell’unione di Maria a Cristo nell’offerta del Sacrificio redentore.
Ma questa non è forse una dottrina nuova, che va contro il dogma dell’unico Mediatore, affermato da san Paolo in 1Tm 2,5?
Non è una dottrina nuova, ma antichissima, contenuta già in Gn 3,15, dove è profetizzata una donna associata al suo figlio nella vittoria definitiva contro il serpente antico: «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
Ne parlano anche i Padri della Chiesa (san Giustino, sant’Ireneo e altri), i quali hanno formulato il principio di “ricapitolazione e ricircolazione”: «Da Adamo ed Eva siamo stati rovinati, da Cristo nuovo Adamo e da Maria nuova Eva siamo salvati».
Ne parlano i Pontefici nel loro magistero ordinario. Tra questi citiamo solo Benedetto XV, il quale spiega che la Vergine Maria è la Mediatrice di tutte le grazie perché le ha acquisite con la Corredenzione: «Ella soffrì e quasi morì con il Figlio suo sofferente e morente, così rinunciò per la salvezza degli uomini ai suoi diritti di madre su questo Figlio e lo immolò per placare la divina giustizia, sicché si può dire, a ragione, che ella abbia redento con Cristo il genere umano. Evidentemente per questa ragione tutte le diverse grazie del tesoro della redenzione vengono anche distribuite attraverso le mani dell’Addolorata» (Lettera Apostolica Inter sodalicia, 22 marzo 1918).
Più volte ne parla anche suor Lucia nel suo libro Gli appelli del messaggio di Fatima, il quale ha avuto una vicenda singolare, della quale parleremo la prossima volta.