MARIA SS.
Mare di grazia, mare di santità
dal Numero 45 del 4 dicembre 2022
di Padre Nazzareno M. Antonelli

Proseguiamo la nuova rubrica mensile allo scopo di sondare le meraviglie nascoste nello scrigno divino che è il Cuore Immacolato di Maria. 

Cuore pieno di grazia

La Madonna fu concepita Immacolata e rimase sempre Immacolata proprio perché fin dal primo istante della sua concezione fu ricolmata da Dio della grazia santificante in una misura a noi inimmaginabile. San Giovanni Eudes chiamò il Cuore Immacolato di Maria “mare di grazia”. Durante l’Annunciazione la Vergine Maria fu salutata dall’Angelo con le seguenti parole: «Piena di grazia!» (Lc 1,28). Dall’analisi del verbo usato in greco, kecharitoméne, gli esperti linguistici hanno provato che questa espressione significa appunto che la Madonna fu piena di grazia fin dall’inizio della sua esistenza e che questa pienezza è stabile, completa e duratura. Per cui questi esperti asseriscono che, per essere precisi, si dovrebbe tradurre la parola greca kecharitoméne nel seguente modo: “Tu che sei stata, che sei e che rimani stabilmente colmata dalla grazia divina”. Il Cuore Immacolato di Maria fu stabilmente ricolmo della grazia divina, ma questa stabilità non fu statica bensì dinamica, poiché nella vita spirituale non si rimane mai allo stesso livello: o progrediamo o regrediamo. La pienezza di grazia in questo Cuore aumentò e si intensificò in ogni istante della vita della Madonna e giunse a livelli che mente umana non può concepire: «Considerate che come l’oceano, sebbene ha il suo fondo, non si può però trovare tramite nessun scandaglio, così la grazia di Maria è un abisso che sebbene ha fondo, perché è grazia di una creatura, non può però da noi rinvenirsi appieno. Per questo i santi la chiamano ora immensa (san Bonaventura) ora incredibile, ora infinita (san Bernardo)», scrive il dotto gesuita padre Pinamonti. 

Questa grazia, abbiamo detto, si accrebbe di istante in istante in modo vertiginoso e totalmente incalcolabile da mente umana; tale crescita giunse all’apice nell’ultimo attimo della sua vita in cui, stando al Suarez, «la Vergine Maria ha potuto meritare, con un solo atto, tanti gradi di grazia, quanti ne conseguì con tutti gli atti e modi di santificazione e del suo aumento, nel tempo precedente della sua vita». Per questo, conclude il padre Pinamonti, la grazia della Madonna, benché «possa misurarsi perché è creata, non può però misurarsi da altri che dal solo Creatore: nel rimanente noi, purché non la chiamiamo infinita, possiamo darle ogni altro titolo e riverire il suo Sacro Cuore come un abisso d’immensa copia, conformandoci ai sentimenti di Maria, che giunse a dire di se stessa: “Ego quasi trames aquæ immensæ de fluvio [Io sono come un canale che riceve l’acqua dal fiume]” (Sir 24,30)». E san Bonaventura affermò che «la Vergine Maria ebbe tanta grazia, quanta ne poté ricevere una pura creatura». Non possiamo non citare alcuni stralci tratti dal libro di san Giovanni Eudes [1] al riguardo della strabiliante santità della Madonna: «San Bonaventura spiegando queste parole: “Multæ filiæ congregaverunt divitias [Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti]” (Prv 31,29), dice apertamente che questa figlia unica dell’Eterno Padre ha acquistato più grazie in terra e gloria in Cielo, di quanto non abbiano fatto tutti gli angeli e tutti i santi e le sante insieme. San Giovanni Damasceno va ancora oltre, poiché dice che tra i più alti troni dei primi angeli e dei primi santi e il trono della Madre di Dio, vi è una distanza quasi infinita: “Dei Matris et servorum Dei infinitum est discrimenInfine, san Girolamo [...] dichiara che la grazia e le virtù della Beata Vergine eccellono talmente al di sopra delle grazie di tutti i santi, che, ciò che si dice parlando di Dio: “Nessuno è buono se non solo Dio” (Mc 10,18), si può dire anche parlando della Madre di Dio, cioè che non vi è virtù né perfezione in confronto della sua. Come, dunque, le stelle scompaiono alla presenza del sole, così tutte le grazie e tutte le santità del Cielo e della terra si eclissano e spariscono davanti alla grazia e santità della Madre del Santo dei santi [...]. Il vostro Cuore materno [...] è il Tesoro e il Tesoriere di tutte queste grazie». Per tal motivo san Bernardino giunse a dire che «lo Spirito Santo predispose che fosse dimora di ogni grazia».

Tutto santo

Se quello della Vergine è un Cuore tutto pieno di grazia santificante, significa che è un Cuore tutto santo. Non poteva essere altrimenti, poiché questo Cuore umano doveva rispecchiare per quanto possibile la perfezione e santità di Dio. Dio è il tre volte Santo, e la Madonna è la “Tutta Santa”, la “Panaghia”, così amavano chiamarla sin dall’antichità in Oriente, mentre noi occidentali amiamo chiamarla “Maria Santissima”, attribuendole dunque l’aggettivo superlativo proprio come facciamo con Dio, ad esempio dicendo “la Santissima Trinità” o il “Santissimo Sacramento”. Inoltre, la prima invocazione che la Chiesa ci fa rivolgere alla Madonna nelle Litanie lauretane è proprio “Santa Maria”. Si pensi poi che la Chiesa, subito dopo la prima parte dell’Ave Maria – che si trova nel Vangelo –, ci fa dire “Santa Maria...”. Dire “Maria” equivale a dire “Santa”: Maria è, potremmo dire, la santità creata. Rifacendoci agli insegnamenti di san Massimiliano M. Kolbe riguardanti l’immacolatezza della Madonna, potremmo formulare il seguente parallelo: come Ella è l’Immacolata Concezione creata e dunque, in certo modo, la stessa immacolatezza creata, così Ella è la santità creata, proprio perché il rovescio della medaglia dell’assenza del peccato è la presenza della grazia santificante, ovvero della santità. La santità, in certo modo, appartiene all’essenza dell’Immacolata: per essere Immacolata Concezione, deve essere santa. Così Dio l’ha pensata e voluta dall’eternità e così l’ha creata: fin dal primo istante della sua esistenza terrena e per tutta l’eternità, la Madonna è l’Immacolata Concezione e al contempo la “Tutta Santa”. La Madonna, moralmente parlando, non può non essere santa, per lo stesso motivo per cui di fatto non può perdere la grazia, non può non essere la “Piena di grazia”. Per tal motivo sant’Andrea di Creta dice che la Madonna «è un santissimo Tesoro di ogni santità». E sant’Anselmo, non trovando alcun paragone tra le creature, per descrivere la santità della Beata Vergine Maria inizia con il parlare della santità di Dio, facendoci così capire, che in certo modo è più conveniente accostarla alla santità di Dio che a quella delle creature: «Dopo la santità del Santo dei santi – dice appunto sant’Anselmo –, non ve n’è e non se ne può concepire una più grande di quella di Maria». Pio IX, non trovando parole per descrivere il livello raggiunto dalla santità della Madonna, usa espressioni superlative e incantevoli: «Più santa della santità; la sola santa [...]; per natura più bella, più graziosa e più santa degli stessi cherubini e serafini e di tutte le schiere degli angeli». Il Cuore Immacolato di Maria è lo scrigno sacro dove Dio ha riposto tutti i tesori della santità. 

Modello e fonte della nostra santità

Dobbiamo dunque concludere che Ella è l’archetipo della santità creata offertoci da Dio, come ci garantisce san Tommaso d’Aquino, il quale afferma che «la Beata Vergine ci è stata data come esemplare di tutte le virtù». La stessa Chiesa, nelle Litanie lauretane, ce la fa invocare come “Specchio della giustizia”, ovvero della perfezione, della santità. La santità di Maria non è solamente “modello” per la Chiesa, Corpo mistico di Cristo, ma viene anche partecipata alla Chiesa proprio tramite il Cuore Immacolato di Maria. Al riguardo bellissime sono le parole del Catechismo della Chiesa Cattolica: il cristiano «dalla Chiesa apprende l’esempio della santità; ne riconosce il modello e la sorgente nella Santissima Vergine Maria» (n. 2030). Ancora più belle e glorificative sono quelle scritte da san Giovanni Eudes: «Non solo il Sacro Cuore della Madre del Salvatore è un oceano di grazia che comprende tutte le grazie della Chiesa trionfante e militante e che le sorpassa tutte quasi infinitamente, ma ne è inoltre la sorgente e l’origine, poiché, come infatti l’Eterno Padre l’ha scelta da tutta l’eternità, per darci, attraverso di Lei, Colui che è il primo Autore e il Principio primo di tutte le grazie, così Dio l’ha scelta anche per donarci, attraverso la sua intercessione, tutte le grazie che procedono da questa fonte prima [...]. Per questo la Santa Chiesa la saluta e la invoca come la Madre della grazia: Maria Mater gratiæ. Non c’è da meravigliarsi – dice san Bonaventura –, se le grazie di tutti i santi sono straripate in Maria, come le acque di tutti i fiumi entrano nel mare, poiché la grazia delle grazie doveva essere comunicata a tutta la Chiesa attraverso di Lei, secondo il parere di sant’Agostino: “Gratia es plena, Maria, quam apud Deum invenisti, et per totum mundum effundere meruisti [Voi siete piena di grazia, o Maria, che avete trovato nel seno di Dio, e che avete meritato di spandere in tutto il mondo]”». 

Dobbiamo quindi ricorrere al Cuore Immacolato di Maria per trovare la grazia e la forza di imitare la santità che da esso promana.

 

Note

[1] San Giovanni Eudes, Il Cuore ammirabile della Santissima Madre di Dio, Casa Mariana Editrice, Frigento 2007.

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