MARIA SS.
La meditazione con l’Immacolata
dal Numero 7 del 14 febbraio 2021
di Padre Stefano M. Miotto, FI

 “La meditazione mette in azione il pensiero, l’immaginazione, l’emozione e il desiderio. Questa mobilitazione è necessaria per approfondire le convinzioni di fede, suscitare la conversione del cuore e rafforzare la volontà di seguire Cristo”.

Nella nostra ascesa verso la perfezione cristiana è di fondamentale importanza la meditazione quotidiana. Come anticipato, in questa puntata parleremo proprio della meditazione, della sua importanza e del modo pratico per farla. Mentre nella preghiera siamo noi che parliamo con Dio, nella meditazione è Dio che parla a noi, non certo con voce sensibile, ma con celesti ispirazioni e santi propositi.

Sant’Alfonso M. de’ Liguori affermava che senza la meditazione è impossibile perseverare in grazia di Dio, inevitabilmente ricadremo nei nostri soliti peccati. Il nostro Santo aggiungeva inoltre che meditazione e peccato non vanno mai insieme: o si trascura la prima, oppure si lascia il peccato.

Per quale motivo la meditazione ci allontana dal peccato? La risposta è semplice. Ciò è dovuto al fatto che questa ci apre gli occhi, in modo tale che ci rendiamo conto del disordine che vi è nella nostra vita e della necessità che abbiamo di porvi un rimedio. Nella meditazione ben fatta, sorgerà il proposito di dare una svolta alla nostra vita, di diventare dei “buoni cristiani” e di farla finita con il peccato.

Praticamente come si svolge la meditazione? Come prima cosa dobbiamo metterci alla presenza di Dio, dobbiamo raccoglierci e preparare la nostra mente all’orazione. Quando ci sentiamo raccolti iniziamo la lettura di un testo spirituale. Leggiamo lentamente e fermiamoci quando troviamo qualcosa che ci colpisce in modo particolare. Non dobbiamo aver fretta e, come un’ape laboriosa, dobbiamo soffermarci su quel “fiore” fino a quando vi troveremo nutrimento.

Una volta trovato il brano, la frase o l’episodio che ci colpisce, cerchiamo di riflettere e di vedere come farne tesoro applicandolo alla nostra vita quotidiana

Giuseppe Schryvers raccomanda di non inoltrarci in meditazioni astratte e aride, molto spesso inconcludenti, ma di prediligere le meditazioni semplici e concrete, come sono ad esempio quelle sulle vite dei santi. I loro esempi ci trascinano alla pratica della virtù e, dalla loro vita, impariamo concretamente a mettere in pratica il Vangelo. 

Ecco un brano molto significativo tratto da una delle sue opere: 

«La meditazione deve rivolgersi a oggetti concreti, perché sono essi che fanno impressione e colpiscono. Non si è mai notato, ad esempio, come sant’Alfonso si serva abilmente di questa legge della natura umana? Quasi tutte le sue meditazioni hanno per oggetto delle cose concrete... In nessun luogo si troveranno considerazioni astratte, ma da per tutto dei particolari commoventi, delle scene toccanti, delle tenere esclamazioni».

Dunque, le nostre meditazioni dovranno essere svolte su testi semplici, ricchi di esempi ed edificanti. La meditazione sulla vita dei santi ci offrirà la miglior meditazione sulla “Parola di Dio”, ovvero la Sacra Scrittura. 

Dalla riflessione seria e prolungata su una frase o un esempio di un santo scaturirà una grande affezione e, da quest’ultima, dei seri propositi di miglioramento. Con il proposito pratico siamo giunti al termine della meditazione. A questo punto, rimane solo da chiedere al Signore la cosa più importante: la grazia di riuscire a mettere in pratica il proposito preso, poiché, come è noto, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. 

Solo se mediteremo assiduamente ogni giorno in questo modo, riusciremo poi a pregare con fervore e la nostra preghiera diventerà sempre più fruttuosa. Diversamente, senza meditazione, la nostra vita spirituale si arenerà sempre di più e le nostre stesse preghiere diverranno sempre più aride.

Per il consacrato alla Madonna, e per tutti quelli che vogliono conoscere e amare sempre di più la nostra Madre Immacolata, è molto importante meditare su di Lei, sulle sue virtù eccelse, sulla sua bontà inesauribile, per interiorizzarla e così arrivare a contemplare il mistero di Cristo con i suoi occhi illuminati e puri. Fare la meditazione mettendosi dal punto di vista di Maria significa contemplare Cristo dal punto più alto e a Lui più vicino. La meditazione dovrà allora anzitutto mirare a far entrare l’Immacolata nella nostra mente, nel nostro cuore e nella nostra vita: vedere, amare, vivere Maria, essere uniti a Lei nel pensiero, nell’affetto, nell’azione. 

La “via purgativa” è caratterizzata dalla pratica delle virtù. L’anima deve spesso chiedersi: “Cosa penserebbe, cosa direbbe, cosa farebbe l’Immacolata al mio posto?”. Devo prendere la Vergine Santa a modello per la mia vita, domandando incessantemente a Lei la grazia di mettere in pratica tutte le virtù che si contemplano in questo specchio immacolato di perfezione. Ricordiamoci sempre che non siamo noi ad essere gli artefici del nostro progresso spirituale, per quanto buoni possano essere i propositi che facciamo durante la meditazione. Non trascuriamo quindi la parte più importante: l’umile supplica, senza la quale non possiamo far nulla e i nostri buoni propositi si infrangeranno sullo scoglio della nostra incostanza e fragilità.

Volendo ora riassumere quanto finora detto, possiamo fissare i seguenti punti:

1) salvaguardare la meditazione quotidiana (possibilmente mezz’ora);
2) fare in modo che sia una meditazione pratica (esempi dei santi e virtù di Maria Santissima);
3) aiutarsi applicando i seguenti passaggi: mettersi alla presenza di Dio, invocando l’aiuto di Maria; lettura calma; riflessione su un punto che ci colpisce; colloquio affettuoso con Dio; proposito pratico di miglioramento; preghiera per riuscire a mettere in pratica quanto abbiamo proposto di fare.

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