In virtù della sua perfetta e indefettibile adesione a Dio, la Vergine Immacolata può presentarsi al mondo quale definitiva Arca dell’Alleanza e di Salvezza, portatrice di Dio all’uomo e garante del sicuro ritorno dell’uomo a Dio. Ma come possiamo entrare in essa?
Nei messaggi della Madonna a San Nicolás si trova, oltre a tanti richiami di grande bellezza ed importanza, una ricchezza di dottrina mariana formidabile. In particolare la Vergine Santissima si presenta e viene da Cristo stesso presentata quale “Arca escatologica” nella sua duplice accezione di “Arca dell’Alleanza” e “Arca di Salvezza” (Arca di Noè): «Il punto centrale, punto di convergenza dei messaggi trasmessi per mezzo di Gladys dal 13 ottobre 1983 all’11 febbraio 1990, consiste in questo: Dio vuole rinnovare l’alleanza con il suo popolo per mezzo di Maria, la sua Arca dell’Alleanza, poiché Lei è, secondo la Sacra Scrittura, l’Arca dell’Alleanza escatologica: Arca dell’Alleanza, vale a dire la dimora, residenza di Dio fra gli uomini; escatologica, cioè degli ultimi tempi, quando la venuta di Cristo in questo mondo ne inaugurava l’ultima fase e l’inizio del cammino di ritorno finale a Lui» (1).
Maria è impegnata, coinvolta nell’Alleanza. Lei è la nuova, vera e definitiva Arca dell’Alleanza davanti alla quale le figure svaniscono: «L’Arca era il luogo per eccellenza della presenza di Dio. Addirittura gli ebrei finivano col considerarla Dio stesso (cf. Nm 10,35), e la presenza di Dio era vista tra i cherubini posti al di sopra dell’Arca, nella quale erano contenute le tavole della Legge, la verga fiorita di Aronne (cf. Nm 17,17-25) e un vaso pieno di Manna o gonnor (cf. Eb 9,4)» (2).
Ma l’Arca era solo un simbolo. Maria, invece, è la realtà dell’Arca dell’Alleanza «che porta in sé non la parola di Dio scritta su pietra (le tavole della Legge), ma lo stesso Verbo di Dio, il Logos, fatto sua carne, divenuto suo Figlio; che porta in sé non il bastone verdeggiante di Aronne, ma il germoglio di Jesse; che porta in sé non la manna, figura dell’Eucaristia, ma lo stesso Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Cristo Eucaristico, adorato dai Cherubini d’oro!» (3).
Lei, in primo luogo, è la perfetta e definitiva personificazione dell’Israele fedele (la figlia di Sion); con il suo fiat all’Annunciazione, prolungato fino all’ultimo istante della sua vita, ha adempiuto tutte le clausole dell’Alleanza. Non a caso la Chiesa, nelle Litanie in suo onore, la celebra ed invoca quale “Virgo Fidelis” (Vergine fedele) e, poco dopo, “Foederis Arca” (Arca dell’Alleanza) quasi che la prima attribuzione fosse premessa alla seconda.
In virtù di questa sua perfetta “giustizia” (nel senso biblico di adesione indefettibile alla legge di Dio [Torah] e, di conseguenza, alla sua volontà) Maria Santissima può manifestarsi al mondo quale Arca dell’Alleanza per richiamare la Chiesa e l’uomo in generale all’ubbidienza a Dio, alla restaurazione di quella Alleanza definitiva stipulata nel sangue dell’Agnello Immacolato e nelle “doglie del parto” della Donna (Ap 12,2), Maria Santissima, la Vergine Immacolata e Corredentrice: «La chiave del messaggio si trova in Apocalisse 11,19; 12,1-17. In quelle parole bibliche Maria appare nel cielo in due maniere successive e giustapposte: in primo luogo come l’Arca dell’Alleanza (cf. Ap 11,19 ultimo versetto del capitolo). In seguito immediatamente, come la Donna vestita di sole (cf. Ap 12,1), Madre del Messia (cf. Ap 12,5) e del popolo tutto, la sua discendenza (cf. Ap 12,17). Tutto questo in una terribile lotta contro il demonio dove Ella è solidale con il suo Figlio, il Messia, e con gli altri suoi figli, i discepoli [...]. Maria appare successivamente come l’Arca dell’Alleanza, poi come la donna, la Madre del Messia, Re dell’universo, ma in guerra contro il drago. I dolori del parto non si riferiscono alla natività di Gesù (prototipo trascendente del parto senza dolore) ma al parto doloroso della Passione [...]; è il momento tragico in cui Maria, vedendosi privata di suo figlio dalla morte, diviene Madre dei discepoli» (4).
Lei è l’Arca che appare in cielo. Questo complesso simbolico può essere correttamente letto e decifrato alla luce delle odierne apparizioni mariane nel mondo con le quali Maria Santissima, come vera e nuova Arca dell’Alleanza, prepara la sua vittoria e quella dei suoi figli sul principe delle tenebre per introdurre il resto fedele in una nuova era di pace perché segnata dal ripristino dell’Alleanza con Dio oggi tradita, spezzata, calpestata. Lei è la “Teofora”, Colei che porta e sempre porterà come suo ufficio proprio Dio agli uomini e gli uomini a Dio. Per questa ragione si incarica di rendere efficace, in ogni tempo, l’incontro salvifico tra l’Eterno ed il tempo, tra il Trascendente e l’immanente, tra l’Onnipotente e l’impotente, tra l’Impassibile ed il passibile: tra Dio e la sua creatura.
Cosa significa che Maria Santissima è l’Arca dell’Alleanza? Spiega opportunamente René Laurentin: «L’Arca è segno della prima alleanza. Mosè la fece costruire mentre guidava gli ebrei attraverso il deserto, durante l’esodo (Es, capitoli 25 e 40), affinché fosse la dimora di Dio in mezzo al suo popolo, poiché Egli era venuto ad abitarla: «Allora la nuvola luminosa coprì la tenda del convegno e la gloria del Signore riempì la dimora» (Es 40,34). La nuvola che si trovava sopra significava la trascendenza di Dio inaccessibile e la gloria che irradiava al di dentro rappresentava la sua immanenza, la sua familiarità, la sua comunicazione, cioè l’Alleanza con il suo popolo. Come fu costruita così la mise sotto una tenda, simile a quella del popolo itinerante, per far ricordare agli uomini che hanno bisogno di Dio e che Dio è con loro. L’arca di legno è un simbolo. Ha il suo compimento in Maria (dopo essere sparita l’arca durante l’esilio di Babilonia), che diviene nuova dimora di Dio fatto uomo e per una nuova Alleanza: l’Alleanza degli ultimi tempi. Maria diviene così Arca dell’Alleanza vivente come affermano i Padri della Chiesa. L’arca di Mosè era soltanto un mobile fatto di legno, inerte ed inconsapevole. Maria è una persona che accoglie Dio in santità e una Madre amatissima, dato che il Figlio di Dio diventa suo Figlio» (5).
Dio è con noi attraverso Maria Santissima! Se questa costatazione è sempre stata evidente per duemila anni di cristianesimo, oggi lo diviene in modo ancora più particolare attraverso il fenomeno delle apparizioni, volte tutte a richiamare il popolo a Dio. Così Lei viene non solo quale Arca dell’Alleanza ma anche quale Arca di salvezza entrando nella quale i giusti troveranno salvezza.
Gesù alla veggente Gladys spiega con inequivocabile chiarezza che l’Arca di legno per mezzo di cui Noè e la sua famiglia trovarono salvezza al tempo del grande cataclisma cosmico del diluvio universale è solo figura e trova il suo compimento in Maria, più efficacemente nel suo Cuore Immacolato, nuova e definitiva arca di Noè per l’umanità sempre più prossima a cataclismi di proporzione eccezionale, ben peggiori del diluvio d’acqua che si abbatté sulla generazione di Noè perché la nostra generazione è di gran lunga peggiore dell’altra, come ricorda spesso nei suoi messaggi la Vergine Santissima.
Non è difficile cogliere nell’Arca di Noè un doppio simbolismo mariano legato alla salvezza: «Il primo riguarda la persona stessa di Maria Santissima, l’unica figlia di Adamo ed Eva concepita immacolata e piena di grazia. Soltanto Ella, infatti, nel naufragio dell’umanità intera corrotta dal peccato, sia originale che personale, si è trovata interamente salva con la sua immacolata concezione, posta ben al di sopra delle acque tempestose e travolgenti del diluvio, a somiglianza di quell’Arca di Noè che galleggiava sulle acque tempestose, portatrice di vita e di salvezza in mezzo alla furia devastatrice del diluvio, come dice anche la Bolla dogmatica Ineffabilis Deus sull’Immacolata Concezione verità di fede» (6).
Oltre a questa lettura che considera Maria-Arca alla luce del mistero dell’Immacolata Concezione, vi è anche quella che la considera alla luce della universale Mediazione di grazia. È questa la prospettiva che si trova nel messaggio di San Nicolás ed è particolarmente affascinante ed efficace:
«Il secondo simbolismo biblico mariano riguarda particolarmente la missione salvifica svolta da Maria Santissima sulla terra, quale Madre Corredentrice universale che aduna attorno a sé i figli di Israele sul Calvario ai piedi del Redentore e li porta a salvezza, così come l’Arca di Noè portò a salvezza tutti coloro che trovarono rifugio in essa. L’insegnamento che questo simbolismo ci dona è altamente salutare: chiunque si rifugia nell’Arca, ossia si dona e si affida a Maria, troverà la salvezza, ricordando il versetto del libro dei Proverbi che la Liturgia applica a Maria Santissima: «Chi trova me trova la vita» (Prv 8,35)» (7).
In pratica chi si rifugia nel Cuore di Maria trova protezione. Chi non lo fa «soffrirà i dolori della morte» (messaggio della Regina del Rosario di San Nicolás) perché sono troppo grandi i dolori che si abbatteranno sul mondo, come pronosticato in modo costante dalla Regina del Cielo e dai suoi profeti. È urgente chiudersi in quest’Arca, cioè nutrire una intima e profonda devozione a Maria, vivere con Lei in filiale rapporto di donazione-affidamento che trova la sua espressione compiuta nella consacrazione mariana. Non a caso un appello forte del messaggio di San Nicolás (anzi quello principale secondo R. Laurentin) è la consacrazione da vivere come impegno sia verso il Figlio che verso la Madre.
Le due accezioni dell’Arca si fondono nel messaggio del 14 ottobre 1984 in cui la Regina del Rosario spiegava: «Io sono l’Arca e ho gettato qui l’áncora. Sono l’Arca che vuole portare i figli al Signore». Sembra esserci una fusione, qui, perché l’Arca che porta i figli al Signore richiama l’idea di una conduzione spirituale: portare i figli a vivere l’alleanza con il loro Dio.
D’altra parte, ancora più evidente è il parallelismo con l’altra Arca, quella di Noè, richiamo reso efficace dall’immagine dell’áncora che si inserisce in un contesto marittimo (l’acqua del diluvio...). Maria Santissima sta dicendo, quindi, che ha posto la sua presenza efficace tra gli uomini e lo sta facendo con stupefacente premura con le sue manifestazioni e messaggi al mondo (San Nicolás è una tra le tante). Come l’áncora gettata nel mare, Lei si è “posata” saldamente tra noi con la sua presenza salvifica che gli uomini fanno diventare davvero efficace ed operativa entrando nell’Arca che è Lei, ovvero ascoltandola, obbedendole e consacrandosi al suo Cuore Immacolato (8).
Note
1) R. Laurentin, Un richiamo della Madonna in Argentina, Edizioni Segno, Tavagnacco (UD) 1998, p. 63.
2) Padre Stefano M. Manelli, Mariologia biblica, Casa Mariana Editrice, Frigento 2005, p. 85.
3) Idem, Maria nella simbologia biblica, Casa Mariana Editrice, Castelpetroso (IS) 1999, p. 13.
3) R. Laurentin, Un richiamo della Madonna in Argentina, pp. 64-65.
5) Ivi, pp. 71-72.
6) Padre Stefano M. Manelli, FI, Maria nella simbologia biblica, p. 18.
7) Ibidem.